So I am living without fats, without meat, without fish, but am feeling quite well this way. It always seems to me that man was not born to be a carnivore."(Albert Einstein) August 3, 1953
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La terza edizione si svolgerà il 12 giugno 2016, sono aperte le iscrizioni
Quante volte capita di sentire definire la cucina vegana “ospedaliera” per indicarne la presunta assenza di sapore e appetibilità? Si tratta di un pregiudizio che nasconde invece un’amara realtà e cioè che la cucina degli ospedali è quasi sempre tutt’altro che salutare e non tarata sulle necessità dei malati. La cucina a base vegetale, invece, può essere un’incredibile panacea per chi è costretto a letto: salutare, colorata, saporita, varia. Lo ha dimostrato Nina Curtis, nostra ospite a TVC 2019, che ha vinto negli USA il Health Care Culinary Contest promosso dal Culinary Institute of America e della Harvard T.H. Chan School of Public Health, che ha ospitato l’evento nella sua sede di Boston in collaborazione con Health care without harm. Cuochi di diversi ospedali sono stati chiamati a creare un pasto allettante che promuovesse l’energia nutritiva insita nelle piante. NIna Curtis ha vinto con Vitaliz Haystacks, un piatto di tradizione avventista a base di lenticchie, noci e altri quindici ingredienti vegetali diversi. Il concorso si propone di stimolare nelle persone un modo di diverso di immaginare il cibo negli ospedali, che dovrebbe essere parte integrante della terapia. A seguito della cancellazione di CleanMed 2020, dove Nina avrebbe dovuto essere premiata festeggiata è stata fatta una donazione alla Placer Food Bank, che distribuisce cibo ai bisognosi negli Usa e in Europa.
Hitoshi Sugiura e Gjis Kemmeren durante la prima edizione del WorldVegan project in Giappone a febbraio 2020
Partendo dal suo paese, il Giappone, Hitoshi Sugiura, con noi a TVC 2019, ha dato il via al World Vegan Project, che intende mettere in contatto chef vegani di tutto il mondo. Tra i primi ad aderire Gjis Kemmeren, vincitore del nostro concorso nel 2017. In programma un evento in Europa e uno in Giappone. Con l’obiettivo di diffondere la cucina a base vegetale anche in campagna e nelle provincie del suo paese Hitoshi sta iniziando il 1000 vegan project nell’ambito del quale realizzerà piatti vegani per 1000 aziende diverse in collaborazione con LEOC, azienda di catering giapponese.
La cheesecake vegana e salutare di Jenny Sugar, ideatrice del concorso con Pietro Leemann e Gabriele Eschenazi
The Vegetarian Chance dà appuntamento a tutti il 25 ottobre a Milano alla Triennale con il nuovo concorso My sweet veg. Crediamo che non ci sia modo più dolce di proseguire il nostro percorso anche in questo 2020 così duro e complicato, ma che ha anche offerto occasioni per riflettere, progettare e disvelare parti di noi stessi e della nostra società. Il ramo dessert è forse uno dei più difficili da affrontare per la cucina a base vegetale. E i motivi sono molteplici. Il primo è forse che i dolci sono parte del nostro immaginario, ci accompagnano nei momenti lieti della nostra vita e ogni volta che li mangiamo ci trasmettono sensazioni speciali. Ci piacciono così come li abbiamo conosciuti nella loro fragranza, nella loro cremosità nella loro dolcezza. Non è certamente un caso che tante torte si fregino dell’appellativo “torta della nonna”. Chi da bambino non ha sognato di vedersi arrivare sul tavolo una delle mitiche torte di Nonna Papera? Un secondo motivo è che creare la ricetta di una torta è spesso un procedimento complesso e a volte è pure frutto del caso, di ingredienti che si sono incontrati nel forno e si sono piaciuti. Succede così che le ricette delle torte siano tenute segrete dai pasticceri fino a creare dei miti come quello celeberrimo della torta Sacher. La ricetta di questa celebre torta viennese è ancora oggetto di disputa tra il Caffè Sacher e Demel.
La preparazione dei tartufini. A cura di Jenny Sugar
In Italia ogni cittadina anche piccola ha il suo dolce tipico e ne è orgogliosa. Da qualche tempo alcuni di questi dolci hanno varcato il confine italico e il panettone si candida a seguire il percorso della pizza. Un terzo motivo è chimico e tecnico. Prodotti animali come burro e uova sembrano nati per confezionare dolci e sostituirli puntando allo stesso risultato non è per niente semplice. Nonostante le difficoltà artigiani e industriali dolciari si sono impegnati a creare dolci a base vegetale gradevoli e non lontani nel gusto dai loro corrispondenti con prodotti animali. I risultati sono alterni: a volte ottimi come nel caso di certi gelati, altre scarsi come nel caso dei prodotti lievitati. In molti, però, scontano spesso un problema: non sono salutari. Infatti per ovviare all’assenza di burro e uova le ricette si arricchiscono oltre modo di grassi, zuccheri e aromi. E la colpa è anche nostra che abbiamo un palato troppo assuefatto a un gusto dolce e cremoso. Per questo il nuovo concorso di The Vegetarian Chance, presieduto da Pietro Leemann con Jenny Sugar proporrà ai suoi concorrenti una nuova sfida: elaborare dolci golosi e sani a base di ingredienti integrali, biologici. I concorrenti saranno dieci, selezionati in base al bando lanciato in questi giorni e che scadrà il 15 settembre. Potranno partecipare alla selezione sia professionisti che amatori.
Pietro Leemann al lavoro come presidente della giuria a TVC 2019
Jenny Sugar, health&food coach, presenta Colazione su Vega a TVC 2019 da EDIT a Torino
Ogni partecipante verrà con la sua creazione già pronta e la potrà impiattare sul posto. Le giurie saranno due quella professionale presieduta da Leemann e quella del pubblico, al quale saranno distribuiti piccoli assaggi. Tutto il regolamento si può trovare qui. Il concorso sarà parte di una giornata che comprenderà un incontro con rappresentanti di Cambiamo l’Agricoltura, coalizione della quale The Vegetarian Chance fa parte insieme ad altre 51 associazioni. A seguire show cooking e un dibattito con brevi interventi a seguire stile TED talk sul tema“La sottile linea verde“, evocativo di quanto il nostro rapporto con la natura sia in bilico e debba essere gestito con rispetto e lungimiranza.
ENGLISH VERSION
The Vegetarian Chancewill welcome everyone on October 25th in Milan at the Triennale with the new My sweet vegcontest. We believe that there is no sweeter way to continue our journey even in this tough and complicated 2020, that has also offered opportunities to reflect, plan and unveil parts of ourselves and our society. The dessert sector is perhaps one of the most difficult to tackle in vegetable-based cuisine. And there are many reasons for this. The first is perhaps that desserts are part of our imagination, they accompany us in the happy moments of our lives and every time we eat them they give us special sensations. We like them as we know them in their fragrance, in their creaminess in their sweetness. It is certainly no coincidence that so many cakes got the nickname “grandmother’s cake”. Who as a child hasn’t dreamt of seeing one of Granny Duck’s legendary cakes arrive on the table? A second reason is that creating the recipe of a cake is often a complex process and sometimes it is also the result of chance, of ingredients that met in the oven and liked each other. So it happens that the recipes of the cakes are kept secret by confectioners to create myths like the famous Sacher cake. The recipe for this famous Viennese cake is still the subject of dispute between Sacher Coffee and Demel.
In Italy, every small town has its typical dessert and is proud of it. For some time now some of these desserts have crossed the Italian border and the panettone is a candidate to follow the path of the pizza, the most famous italian dish in the world. A third reason is chemical and technical. Animal products such as butter and eggs seem to be born to make cakes and replacing them by aiming at the same result is not at all simple. Despite the difficulties artisans and industrial confectioners are committed to creating vegetable-based cakes that are pleasant and not far in taste from their counterparts with animal products. The results are alternate: sometimes excellent as in the case of certain ice creams, sometimes poor as in the case of yeast based products. Many, however, often have a general problem: they are not healthy. In fact, in order to overcome the absence of butter and eggs, recipes are enriched with fat, sugar and flavourings. And it is also our fault because our palate is too accustomed to a sweet and creamy taste. That’s why the new contest of The Vegetarian Chance, at had of Pietro Leemann with Jenny Sugar, will propose a new challenge to its competitors: to elaborate delicious and healthy desserts based on whole-wheat, organic ingredients. There will be ten contestants, selected according to the announcement launched in these days and which will expire on September 15. Both professionals and amateurs will be able to participate in the selection. Each participant will come with his creation ready and will be able to place it on site. There will be two juries: the professional one presided by Leemann and the public one, to which small samples will be distributed. All the regulations can be found here. The competition will be part of a day that will include a meeting with representatives of Cambiamo l’Agricoltura, a coalition of which The Vegetarian Chance is part along with 51 other associations. This will be followed by show cookings and a debate with short TED-style talks on the theme The thin green line, evocative of how our relationship with nature hangs in the balance and should be managed with respect and foresight.
I cuochi al lavoro per il concorso nella cucina del ristorante di EDIT
Amici veri, non virtuali, sono quelli che sono venuti a dare il loro contributo alla sesta edizione del Festival The Vegetarian Chance, che si è svolta a Torino negli spazi di EDIT dall’11 al 13 ottobre. Tre giorni di incontri tra cuochi, ricercatori, giovani combattenti per il pianeta, giornalisti, imprenditori e aziende. Culture e pensieri diversi hanno trovato casa in questo Festival che quest’anno ha lasciato Milano per Torino con l’intento di incontrare nuovo pubblico e appunto nuove amiche e amici per crescere. C’è chi non era mai stato in Europa come la cuoca coreana Beak Sungjin o chi era già stato al Festival come gli chef giapponesi Hitoshi Sugiura e Yoshiko Hondo o chi è venuto a raccontare la sua storia di vegana controcorrente negli Usa come Nina Curtis da Los Angeles. La loro passione è stata l’anima del Festival così come lo è stata quella del pubblico che ha interagito con i diversi eventi in calendario animati dalla presenza costante di Pietro Leemann.
VENERDÌ 11 Ottobre mattino
La Veg Conference. Il sondaggio. Il Vegetarian Tour. I ristoratori. Le Aziende. Safran Foer
La Veg Conference di venerdì 11 condotta da Gabriele Eschenazi, cofondatore e direttore artistico del Festival, e presieduta da Pietro Leemann, Presidente di TVC, ha dato spazio all’informazione e ai protagonisti della città di Torino. Giovanni Rastrelli, amministratore delegato di EDIT, nel dare il suo benvenuto ha sottolineato come “Torino debba conservare e rafforzare il suo ruolo di città a vocazione gastronomica”. Chiara Giacosa, consigliera comunale di Torino, ha condiviso col pubblico la sua scelta vegana spinta da una forte motivazione etica in favore dell’amore per tutti gli esseri viventi, per la salute e la qualità ambientale.
Chaira Giacosa,. consigliera comunale vegana ha portato il saluto della città
Ha inoltre ricordato come proprio a Torino più di 20 anni fa si fece il primo festival veg d’Italia. Nel presentare il sondaggio TVC/Lavazza realizzato da Eumetra MRRenato Mannheimer ha espresso il suo stupore per il fatto che i giovani non siano soddisfatti di quello che mangiano e che mettere in discussione la loro alimentazione sia per loro vitale. Già la notizia che il 31% degli intervistati abbia dichiarato di adottare una dieta bilanciata è secondo Mannheimer molto rilevante. Il noto sondaggista ha poi fatto notare come al crescere dell’età cresce la consapevolezza e che i giovani abbiano piuttosto chiare le differenza tra vegetariani e vegani. La convinzione che la dieta influisca sui destini del pianeta è più forte tra le donne che non tra gli uomini. Sempre secondo Mannheimer non sono pochi i dieci su cento che penserebbero di imitare un amico vegano e gli otto che si dichiarano pronti a farlo senz’altro. Nel complesso i giovani italiani costituiscono un mercato potenziale per l’alimentazione a base vegetale.
Reanto Mannheimer presenta il sondaggio EUMETRA/TVC realizzato con Lavazza
Giovanni Buccheri di NaturaSì ha confermato come anche la sua Azienda registri nel pubblico dei consumatori un aumento di consapevolezza e attenzione verso la qualità del cibo. Sempre secondo Buccheri è necessario alzare l’asticella verso un’alimentazione sempre più collegata al tema dell’esistenza dell’uomo sul nostro pianeta.
Giovanni Buccheri di NaturaSì interviene alla Veg Conference
Emanuela Busi di Ricola ha ricordato come la quantità e l’abbondanza di cibo ci allontanino dalla qualità. La sua azienda, Ricola, sostiene oltre 100 aziende agricole sul territorio svizzero per rifornirsi di erbe officinali necessarie alla produzione delle sue caramelle. Essere ristoratore a base vegetale comporta una notevole dose di inclinazione al rischio e all’idealismo, e a Torino ce ne sono almeno quindici ad aver deciso di intraprendere questa strada.Di questi quattro sono stati invitati a parlare di sé stessi alla Veg Conference e a fare assaggiare qualcosa di loro al brunch della domenica o alla colazione di sabato. Sono stati Luca André di Soul Kitchen, Eduardo Ferrante dell’Orto già salsamentario, Antonio Chiodi Latinidel suo omonimo ristorante, Daniela Zaccuri del ristorante Mezzaluna. Luca André ha criticato il diffuso slogan “salviamo il pianeta” sostenendo che il pianeta in realtà si salva da solo e che dunque siamo piuttosto noi essere umani che dobbiamo salvare noi stessi. Chiodi Latini ha parlato dell’importanza che i clienti del suo ristorante siano partecipi dell’esperienza gastronomica e non semplici spettatori. Ha poi voluto con orgoglio sottolineare come la sua cucina “abbia dignità e sia tesa a far conoscere il prodotto”. Eduardo Ferrante, che è stato poi anche giudice del concorso, si è soffermato nel descrivere la sua cucina improntata molto anche sul crudismo.
Daniela Zaccuri, pioniera della cucina veg a Torino con il suo ristorante Mezzaluna
Daniela Zaccuri, che ha aperto a Torino nel 1994 il primo ristorante vegetariano Mezzaluna “ha visto la storia della società torinese” e ha clienti all’80% onnivori. Ha ricordato il successo del primo Veg Fest di Torino da lei organizzato al Parco del Valentino. Yoshiko Hondo, chef, seconda classificata lo scorso anno è venuta fin da Tokyo a presentare l’edizione nipponica di The Vegetarian Chance che si terrà a Tokyo nel giugno 2020. Da Yoshiko abbiamo appreso che i giapponesi non sono ancora pronti per abbracciare il veganismo, che significa armonia con la natura, cambiare la propria vita quotidiana e non solo la mente. La spiritualità alla quale ci appelliamo, secondo la Hondo, non è propria solo degli esseri umani, ma anche del mondo animale e vegetale.
Yoshiko Hondo, seconda a TVC 2018, presenta TVC Tokyo 2020
Dobbiamo evitare gli sprechi e nutrirci solo di quello di cui abbiamo strettamente bisogno. Pietro Leemann ha presentato la Carta che ha scritto per The Vegetarian Chance da consegnare a tutti i suoi colleghi stellati. Nella Carta si chiede un impegno a inserire nel proprio menu quattro piatti vegetariani e vegani confezionati senza chimica e con prodotti bio e di stagione. La consegna della Carta agli chef da parte di Pietro Leemann è associata a un tour in bicicletta con gli atleti Oliviero Alotto e Alessandro Ippolito: il Vegetarian Tour, che poi diventerà un corposo filmato, del quale un assaggio di dieci minuti è stato presentato a Torino. In chiusura della Veg Conference è stata presentata la video intervista rilasciata a Gabriele Eschenazi dallo scrittore Safran Foer e realizzata al ristorante Joia in occasione dell’uscita del suo ultimo libro Possiamo salvare il mondo prima di cena(Guanda).
VENERDÌ 11 Ottobre pomeriggio
One Planet, One Future. Fausto Gusmeroli. Oliviero Alotto. Extinction Rebellion. Fridays for Future
Il pomeriggio di venerdì è stato dedicato all’approfondimento sul tema ambientale e all’incontro con i giovani di Extinction Rebellion e Fridays for Future. In apertura un messaggio e un video di Anne de Carbuccia, fondatrice di One Planet One Future, hanno mandato un messaggio forte sull’inquinamento degli oceani quando lei stessa ci ha chiesto: “Quale archeologia lasceremo alle generazioni future? Bottiglie di plastica? Sarà questa la nostra eredità?”.
Il professor Fausto Gusmeroli presenta il suo libro Ridiventare primitivi
Uno sguardo al passato per imparare e cancellare i pregiudizi è stato dato dal professor Fausto Gusmeroli, che nel presentare il suo libro Ridiventare primitivi(Aracne editore) ha stupito il pubblico quando ha raccontato che l’uomo primitivo viveva in salute, in simbiosi con la natura senza conoscere il concetto di proprietà, in mutua solidarietà, senza classi sociali e soprattutto lavorando molto poco, solo venti ore alla settimana. A quel punto non ci si poteva che domandare se i veri “primitivi” non siamo noi….. Oliviero Alotto, atleta e fiduciario Slow Food Torino, ci ha portato “di corsa” in Groenlandia, dove il ghiaccio si sta sciogliendo e gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti. “Compiere queste imprese sportive è il modo che ho scelto per attrarre l’attenzione”, ha detto Alotto. Come ormai abbiamo avuto modo di vedere la protesta contro l’emergenza climatica è uscita dalle aule dell’università e delle scuole e a The Vegetarian Chance abbiamo voluto dare voce a chi ha preso il coraggio di dire che dobbiamo cambiare il nostre stile di vita ora e in fretta ed è sceso in piazza. Paolo Marchetti di Extinction Rebellion ha detto che “È stato rotto un patto sociale. Abbiamo paura per il nostro futuro e di dover subire le conseguenze dei danni prodotti dalle generazioni passate. Dovremo saldare un debito con la Natura”. David Wicker, 14 anni, ha raccontato con orgoglio e oratoria da veterano come Fridays for Future Italia è nata solo nel gennaio di quest’anno ed è riuscita a portare per le strade di Torino 100mila persone il 27 settembre, il giorno dello sciopero globale.
I ragazzi di Fridays for Future ed Extinction Rebellion con Oliviero Alotto e Pietro Leemann
“Aumentare la consapevolezza, smuovere le istituzioni e costringerle a dichiarare l’emergenza climatica”, questi gli obiettivi più urgenti di Fridays for Future. Nel dibattito, organizzato e moderato da Gabriele Eschenazi, è intervenuto anche Pietro Leemann che ha sottolineato come “La crisi sia sotto gli occhi di tutti e i politici non ne prendano ancora atto. Per l’uomo esiste un concreto rischio di estinzione”.
SABATO 12 Ottobre
Colazione su Vega. Biodiversità Slow Food. Joia Academy. Soul Kitchen. Laboratorio Lavazza. Pasta di legumi Barilla. Leonardo Caffo. Nina Curtis. Soia Plant Based Food.
Le 11 di mattina non sono forse l’orario più abituale per consumare la prima colazione eppure sabato 12 più di 80 persone hanno partecipato alla “Colazione su Vega” condotta da Jenny Sugar, health&food coach, che ha spiegato come una colazione salutare possa soddisfare il palato ed essere seguita facilmente tutti i giorni. Il segreto è l’uso di ingredienti integrali nelle categorie di zuccheri, farine e grassi. In assaggio tre tipi di biscotti da lei stessa preparati in forme di cottura diverse: crudi, essicati e cotti al forno.
Jenny Sugar, health&food coach, durante il suo evento Colazione su Vega
A Jenny Sugar si sono poi affiancati due produttori di dolci vegetali e integrali come Chiodi Latini New food e Grezzo Raw Chocolate che hanno spiegato i loro progetti incentrati su salute e gusto offrendo al pubblico assaggi golosi. Sul fronte delle bevande Lavazza ha accompagnato l’appuntamento con le sue bevande al caffè innovative e biologiche. Da questo appuntamento, ha spiegato Jenny Sugar, potrebbe nascere un nuovo concorso di pasticceria salutare sin dal prossimo Festival. E lo ha detto anche in qualità di organizzatrice della manifestazione.
La biodiversità è non solo insita nella natura stessa e ne rappresenta una forma di difesa, ma è anche parte di un’agricoltura evoluta che ci garantisca produttività e gusto. Al tema è stato dedicato un incontro organizzato da Slow Food Torino con Oliviero Alotto,Roberto Sambo responsabile presidi slow food, Andrea Toffi dell’azienda agricola Bam fautrice di un’economia circolare a impatto zero, Filippo Civran della Foodstock Azienda Agricola, specializzata in verdure fermentate che preservano anche la biodiversità del nostro intestino come ha spiegato la dottoressa Marika Orlando, Paolo Girardi azienda Badola, che ogni anno investe studi e tempo per coltivare vegetali biodiversi di tutti i tipi e proporli al pubblico testandone le reazioni.
La cattedra dei cinque show cooking di sabato è stata inizialmente occupata dai maestri della Joia Academy, Pietro Leemann, il fondatore e Sauro Ricci, il direttore. Hanno presentato Love (riflessione gastronomica sull’amore carnale, terreno e spirituale). “Una nostra piccola provocazione sui molti aspetti dell’amore, che oggi sfortunatamente occupa in maniera inflazionata il mondo della comunicazione”, ha spiegato Ricci. Nel piatto: crucifere arrostite, battuto di kimchi e borlotti, emulsione di miso, cialda di zucca e prugna umeboshi.
Contaminazioni giapponesi in onore degli ospiti asiatici. Li ha poi seguiti Luca André, chef e titolare di Soul Kitchen, con Idee torinesi per una nuova cucina vegetale.
Fabio Sipione di Lavazza durante il laboratorio sul caffè curato dalla sua Azienda
Per il main sponsor LavazzaFabio Sipione ha poi raccontato il caffè delle origini quando il caffè veniva tostato in un padellino e corretto nel gusto con spezie, le diverse modalità di estrarne il gusto e le differenze tra Arabica e Robusta, due piante diverse in grado di soddisfare i diversi gusti del caffè (cremoso, intenso, aromatico, fruttato, dolce).
Sul palco è tornato poi Pietro Leemann, che ha introdotto il pubblico alle modalità di cucina di un nuovo prodotto dello sponsor Barilla e sempre più popolare sul mercato: gli “spaghetti” di legumi. Non sono facili da cucinare e infatti il patron del Joia ha dispensato consigli per renderli appetitosi con una salsa a base di porri e aggiungendo liquido prima di servirli così da averli al dente.
Pietro Leemann spiega al pubblico come si cucina la “pasta” di legumi Barilla
A condurre il pubblico verso riflessioni sul rapporto “uomo-animali” ci ha pensato Leonardo Caffo, scrittore e filosofo, per il secondo anno ospite del Festival. Di ritorno da un viaggio in India Caffo ha reso omaggio a Pier Paolo Pasolini e al suo libro L’odore dell’India, del quale ha letto in diretta alcuni passaggi. L’olfatto in India è il senso col quale ogni cuoco o cuciniere indiano avverte il sapore di quanto sta cucinando, ha raccontato Caffo, che si è anche soffermato nel descrivere come gli indiani considerino la presenza di animali in giro per le loro città assolutamente naturale. Sedersi a mangiare e trovarsi sotto il tavolo un maiale è la normalità.
Leonardo Caffo racconta al pubblico il suo viaggio in India
A seguire c’è stato l’intervento di Nina Curtis, chef californiana, direttore ed executive chef per il l’Adventist Health Roseville Campus Vitaliz Café and Culinary Arts department. Da vent’anni leader nel campo della promozione della cucina “plant based” chef Curtis ha raccontato come espone ai suoi connazionali i benefici di una dieta priva di prodotti animali. Ha annunciato che il prossimo anno parteciperà al concorso con delle sue ricette.
A conclusione della giornata Chef Kumalè, Vittorio Castellani, ha raccontato e dato in assaggio le sue ricette con i prodotti a base di soia dello sponsor giapponese Plant Based Food Export Association: una crema simile al latte, un “formaggio” e una pasta. Castellani ispirandosi alla sua profonda conoscenza delle cucine del mondo ha presentato: noodles fritti chop suey in stile italiano, “Kashcaval” fritto eun mango lassi. Lo sponsor ha poi fatto assaggiare al pubblico i suo prodotti per tutto il Festival. Contenitori e posate plastic free in Mater-Bi per gli show cooking sono stati forniti dallo sponsor Novamont. In serata Pietro Leemann ha proposto nel ristorante di EDIT una cena gourmet a dieci mani con Umberto Chiodi Latini (Vintage 1997), Andrea Ferrucci (Marcelin), Federico Zanasi (Condividere), Virginia Cattaneo e Riccardo Festa (EDIT restaurant).
Nina Curtis, chef vegana di Los Angeles con Jenny Sugar
Vittorio Castellani cucina i prodotti di soia dello sponsor giapponese Plant Based Food Export Association
DOMENICA 13 Ottobre
Brunch. Concorso. Cucina Shojin. Film. Open Lab NaturaSì. Piatto 8×8.
Pietro Leemann al lavoro come presidente della giuria
Eduardo Ferrante, ristorante Orto Già Salsamentario, giudice al concorso
Questa è stata la giornata del concorso, ma non solo. Al pubblico è stato proposto in mattinata un brunch vegetariano coordinato da Jenny Sugar a otto mani con quattro ristoratori di Torino. Partecipanti: Eduardo Ferrante (L’Orto già salsamentario), Daniela Zaccuri (Mezzaluna), Laura Gianisella (Sale in zucca), Luca André (Soul Kitchen). Le cento porzioni disponibili sono andate esaurite in poco tempo. Obiettivo del brunch non era solo far conoscere la varietà di gusti della cucina vegetale, ma anche promuovere i ristoratori veg di Torino a volte non abbastanza conosciuti e riconosciuti nelle loro abilità culinarie. Abilità che sono la prerogativa di Hitoshi Sugiura, un grande amico giapponese del Festival, al quale ha partecipato come concorrente nel 2017.
Hitoshi Sugiura col pubblico di TVC
Con i suoi piatti poetici Mazzolino e Foresta di Shojin ha fatto conoscere al pubblico la cucina tradizionale vegetariana giapponese densa di bellezza e spiritualità. E ha scelto di farlo invitando gli spettatori a stare intorno a lui come in un abbraccio fraterno.Mentre la giuria lavorava, i concorrenti fremevano nella sala dell’Osservatorio Lorenzo Castellini, storico sostenitore del Festival ha offerto la visione del film Resistenza naturale di Jonathan Nossiter e una degustazione vini di Cascina degli Ulivi, tra i produttori protagonisti del film, che trattava della difesa del suolo dalle contaminazioni chimiche nelle produzione del vino. Dopo la premiazione, molto affollata e partecipata, è stato il momento di NaturaSì con Giovanni Buccheri durante il quale a ergersi protagonisti sono stati i visitatori con le loro visioni diverse su quale sia la strada migliore dare all’alimentazione un valore, etico, salutare ed ambientale partendo dal valore dell’agricoltura biologica, della quale i negozi di NaturaSì sono i più noti promotori al pubblico. Sempre NaturaSì ha offerto ad alcuni suoi clienti il piatto 8×8 che quest’anno per la prima volta ha consentito al pubblico di assaggiare la cucina degli otto cuochi concorrenti. La degustazione guidata con i clienti di NaturaSì è stato condotta da Jenny Sugar e Oliviero Alotto, che hanno spiegato il valore e il senso di un cibo vegetale ben cucinato e frutto di un pensiero ideale. Per tutta la durata del Festival lo sponsor Ricola ha offerto al pubblico le sue tisane e le sue caramelle a base di 11 erbe alpine svizzere.
Professionisti al servizio del Festival
Coordinamento concorso Sauro Ricci con la brigata del Joia e Al Tatto
Logo e materiale grafico: Giosina Scalzi di Eggers 2.0.
Foto di Andrea Battaglini
Video di Piero Vitti
Marketing e rapporti con gli sponsor Alberto Guglielmone
Ufficio stampa Iwy Ethical Communication Pompea Gualano
Ufficio stampa Torino Giorgia Zerboni
Promozione social Claudia Rolandi
Accoglienza e aiuto in cucina Istituto Arturo Prever di Pinerolo