
Tom e il Principe ospiti della civiltà della foresta
A quale mondo aspiriamo davvero? Meglio foreste di alberi o foreste di grattacieli? Sono le domande che ci pone il film di animazione Le voyage du prince presentato al Locarno Film Festival fuori concorso e diretto da Jean-François Laguionie, maestro dell’animazione francese. Il contesto è un pianeta abitato da scimmie tecnologicamente evolute e convinte di essere le uniche abitanti del pianeta. Ma un giorno a contraddirle arriva su una spiaggia, naufrago, un principe-scimmia. Trova ad accoglierlo Tom, un giovane che capisce la sua lingua, e lo porta da una comunità scientifica che studia l’esistenza di altre civiltà di primati. Il principe è guidato da Tom nella visita alla città dei Nioukos tra palazzi stile Belle Époque, tranvie, cinema e fabbriche in costante attività.

Le meraviglie della città dei Nioukos
Il contraltare dell’insediamento urbano è la foresta che incombe e che potrebbe sommergere questa civiltà da un momento all’altro. Proprio questa foresta, però, nasconde un segreto. E a scoprirlo è proprio lo stesso principe-scimmia, che scappa tra gli alberi con Tom dopo essere stato rinchiuso in uno zoo. Sugli alberi vive un’altra civiltà intenta all’arte e alla filosofia e che riceve dalla natura senza sforzo tutto quello di cui ha bisogno e si ritrova così libera dalla schiavitù della produzione a tutti i costi. Gli animali vivono in totale armonia e cooperazione con le scimmie colte. Alla fine un aereo-uccello riporta alla fine il principe là da dov’era venuto, oltre il mare, che come il cielo da sempre ha rappresentato per gli uomini l’orizzonte del mistero e dell’infinito. Il film non risolve, e non pretende farlo, i nostri dilemmi, ma non ci annulla la forza di pensare che un altro mondo è possibile. Non potremo però più cercarlo nelle foreste se continueremo a distruggerle in sud America così come in Asia, in Europa o in Africa. E se non lo potremo più cercare non potremo più neanche immaginare come costruirlo.