The Vegetarian Chance

So I am living without fats, without meat, without fish, but am feeling quite well this way. It always seems to me that man was not born to be a carnivore."(Albert Einstein) August 3, 1953

Menu visibile solo con codice QR? Un abuso dei ristoratori

2 commenti

In diversi ristoranti e pizzerie si è diffusa la malsana abitudine di proporre ai clienti il proprio menu in consultazione solo usando un codice QR indicato sul tavolo. Un’ulteriore riprova che ci stiamo e ci stanno abituando ad avere il nostro piccolo mondo rinchiuso in quella piccola scatola magica elettronica. Tutto è lì: i nostri contatti, le nostre foto, i nostri libri, la nostra musica, i nostri soldi, le nostre passioni, i nostri testi scritti e parlati. Persa o distrutta quella scatoletta perdiamo tutto, perdiamo noi stessi e la nostra vita si svuota. Mia mamma a 99 anni mi chiedeva sempre cosa fosse uno smartphone: da giovane aveva affidato i suoi ricordi e la sua vita a un diario scritto a mano che ancora oggi a lei sopravvive. Ora nello smartphone ci dovrebbero stare anche i menù degli altri, dei ristoratori, che vogliono invadere quell’apparecchio così personale e intimo. Una novità davvero inaccettabile. Partiamo comunque dal fatto che trattasi di prassi illegale e penalizzante nei confronti del commensale al quale è trasferita l’incombenza di disporre di un dispositivo per leggere il menu e i prezzi dei piatti proposti. Di fatto un cliente sprovvisto di smartphone non può mangiare in un ristorante che non espone portate e relativi prezzi su un suo supporto come prevede la legge. Questa nefasta abitudine sarebbe un’eredità del periodo della pandemia Covid quando si pensava che il virus si trasmettesse attraverso oggetti inanimati. In realtà è stato più volte smentito che il virus si trasmetta attraverso il contatto con oggetti precedentemente toccati da contagiati dal virus. Altro pretesto è quello del risparmio di carta, che stranamente non riguarda le tovagliette e i tovaglioli di carta largamente usati nei ristoranti invece di quelli riutilizzabili di stoffa. Il menu e i prezzi devono essere esposti dal ristoratore su

Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay

un suo supporto che può essere di carta o altro materiale, su una lavagna, appeso a un muro o al limite su un suo tablet. Non è accettabile che al cliente che non voglia usare il proprio smartphone o ne sia sprovvisto sia recitato il menu a voce o venga proposto lo smartphone privato del cameriere o del proprietario. La legge su questo punto è totalmente dalla parte del consumatore come a me indicato dalla Guardia di Finanza: “Le attività di somministrazione di cibi e bevande risultano disciplinate dall’art. 180 del Regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, recante “Approvazione del regolamento per l’esecuzione del testo unico 18 giugno 1931, n. 773, delle leggi di pubblica sicurezza” che, al comma 1, prevede che “i pubblici esercenti debbono tenere esposte nel locale dell’esercizio, in luogo visibile al pubblico, la licenza e l’autorizzazione e la tariffa dei prezzi” (all. 8)”.

A Milano il regolamento Comunale prevede: Le modalità di pubblicità dei prezzi prescelte dall’esercente debbono essere tali da rendere il prezzo chiaramente e facilmente comprensibile al pubblico. L’esercente ha la responsabilità di comunicare i prezzi al cliente che non è obbligato a possedere né a usare uno smartphone. L’imposizione del codice QR come una forma di consultazione del menu da parte del ristoratore è chiaramente un abuso e come tale inaccettabile. L’uso del codice QR può essere inteso solo come un’opzione offerta al cliente a sua esclusiva scelta. E poi dal punto di vista commerciale sono davvero sicuri i ristoratori che la scelta digitale a carico del cliente sia la migliore per promuovere la propria cucina e invogliare il commensale a ordinare più piatti? Prima di tutto il cellulare con il suo piccolo schermo non consente una visione di insieme del menu, ma solo parziale. Si legge di un piatto e ci si dimentica di quelli precedenti. Passare da una voce all’altra richiede una continua interazione con lo schermo, gesto assai poco rilassante e appetitoso. I menu sono un biglietto da visita importante di ogni trattoria, osteria o ristorante stellato. Da come è scritto, spiegato, rinnovato e impaginato si capisce moltissimo del luogo nel quale ci troviamo.

Menu per un pranzo russo del 26 maggio 1896. Dalla Collezione Mosimann

I menu hanno fatto e fanno storia. A volte sono diventati dei veri e propri cimeli. Il famoso e prestigioso chef svizzero Anton Mosimann presenta a nella sua collezione privata una raccolta incredibile di menu da tutto il mondo. Sono menu elaborati per cene speciali o menu di grandi ristoranti. L’attenzione alla grafica non è inferiore a quella dei piatti proposti. La collezione Mosimann è situata a Le Bouveret, nel campus condiviso da César Ritz Colleges Switzerland e Culinary Arts Academy Switzerland. E d’altra parte non sono tanti i turisti che portano con sé come ricordo un menu stampato in valigia? Dove va a finire la poesia di quei menu tradizionali che già nella loro esposizione grafica su carta ci trasmettono un forte senso della storia gastronomica di un locale? Ma il menu di carta non è solo tipico di antiche locande, ma può esserlo anche di quelle più nuove dove quei minuti che il cliente dedica alla scelta dei piatti sono decisivi nella sua esperienza gastronomica. Un piatto ordinato senza attenzione, senza magari chiedere un chiarimento può facilmente trasformare l’esperienza in un disastro disgustoso. Perché dunque costringere il commensale a scegliere afflitto dalla stessa ansia con la quale tutto il giorno guarda febbrilmente quel totem luminoso?

2 thoughts on “Menu visibile solo con codice QR? Un abuso dei ristoratori

  1. Avatar di mercatelli05

    Il menù di battesimo della mia nonna paterna, nata “fra le galline” sulle colline del Piemonte più povero dei primi del ‘900, era scritto in francese, in bella calligrafia e decorato con grafiche liberty floreali, comprendeva almeno una quindicina di portate, quasi tutte ispirate alla cucina francese e preparate con cura e rispetto.

    Il menù della Colombe d’Or a St. Paul de Vence, storico ritrovo di artisti quali Picasso, Chagall, Renoir, é anch’esso scritto a mano, con pastelli coloratissimi e anche per questo resta nella memoria collettiva di tutti coloro che hanno la fortuna, ancora oggi, di passare del tempo in questo posto magico.

    Grazie Gabriele di aver sostenuto e sostenere l’importanza di questo strumento importantissimo della ristorazione che é il menù scritto e condiviso su un supporto “umano&fisico”.

    In attesa che l’A.I. ci proponga piatti immaginari e impossibili, visibili ( ma non commestibili ), gustiamoci il fruscio delle pagine, il tramestio delle lavagne mobili, i profumi dei piatti corrispondenti e, ove possibile e necessario, difendiamoci a suon di legge ( grazie per i precisi riferimenti! ) nella speranza di allontanare ancora di un po’ l’inesorabile declino.

    Luca

    "Mi piace"

  2. Avatar di Gabriele Eschenazi

    Grazie Luca per questa tua testimonianza culturale. Via le tovaglie e magari anche i tovaglioli di stoffa, via il cestino del pane sostituito a volte da un sacchetto di carta (!!!), via oliera e pepiera e ora via menu. I tavoli dei ristoranti sono sempre meno accoglienti. E poi per cosa si paga il coperto? La degenerazione culturale del servizio nella ristorazione è sempre più estesa.

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a mercatelli05 Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.