
Kamtchatka Bears, orsi in pericolo
L’uomo non ha distrutto i dinosauri come maldestramente ha detto Al Bano, non distruggerà probabilmente neanche i virus, ma sta distruggendo senza dubbio specie animali e vegetali a un ritmo mai visto come si racconta in questo servizio della CNN. La cifra ipotizzata è spaventosa: un milione di specie in pochi anni. A questa deriva planetaria è dedicata La Giornata Mondiale dell’Ambiente, il 5 giugno, lanciata con questo appello:
Il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e il clima che rende questo pianeta abitabile vengono dalla Natura. Prenderci cura del Pianeta significa prenderci cura di noi stessi. È il momento di svegliarci, di fare attenzione, di alzare la voce.
In questa giornata, durante la quale possiamo prima di tutto aumentare la nostra consapevolezza. E un aiuto in questo senso ci arriva da Cinemambiente, che con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, partecipa alle iniziative internazionali live streaming promosse da UNEP – il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. Per tutto venerdì 5 giugno dalla 0 alle 24 sarà proposta al pubblico online sul sito http://www.cinemambiente.it, la rassegna Movies for Nature, una maratona cinematografica dedicata alla biodiversità, il tema di quest’anno.

Le devastazioni lasciate dal turista globale nel doc Gringo Trails
Undici i titoli a disposizione gratuita in streaming. Tutti insieme costituiscono un viaggio in zone e ambienti diversi della Terra per documentare gli effetti dell’antropizzazione sul mondo degli altri esseri viventi e nello stesso tempo la bellezza della Natura in aria, acqua e terra. Tra questi da segnare Blue, dell’australiana Karina Holden, che ci fa immergere nelle profondità degli oceani, negli ecosistemi marini, tra le principali vittime dell’assalto umano alle risorse del Pianeta. A Fleeting Contact, degli antropologi Alexander e Nicole Gratovsky, ci avvicina al mondo dei delfini. La prospettiva dal cielo dei cambiamenti climatici ci è proposta da Home di Yann Arthus-Bertrand famoso per le sue spettacolari riprese aeree. Il documentario fu presentato all’edizione 2016 di The Vegetarian Chance.
Ai viaggi degli uccelli si è dedicata la canadese Su Rynard con The Messenger che dalla foresta Boreale ci porta fino alle strade di New York. Gringo Trails, della statunitense Pegi Vail, denuncia invece l’impatto devastante della globalizzazione turistica sull’ambiente. Dusk Chorus – Based on Fragments of Extinction, di Alessandro d’Emilia e Nika Saravanja, costituisce un viaggio sonoro all’interno della foresta amazzonica dell’Ecuador, guidata dal ricercatore e compositore David Monacchi. Impossibile non innamorarsi degli orsi guardando Kamchatka Bears. Life begins, di Irina Žuravleva e Vladislav Grišin, ambientato nell’estremo e selvaggio, Oriente russo anch’esso invaso e manipolato dagli umani. Animali selvaggi ci sono anche in Ranger and Leopard, dell’iraniano Fathollah Amiri, dove il protagonista è uno degli ultimi esemplari di leopardo persiano, sottospecie un tempo endemica nella regione caucasica e ormai molto rara.
Chiudono la rassegna tre cortometraggi – l’iraniano On the Cover di Yegane Moghaddam, l’indiano Tungrus, di Rishi Chandna, l’italiano Welcome to the Sixtinction di Chiara Cant. Tutti e tre affrontano con ironia il tema della scomparsa di tante specie animali e della nostra convivenza con gli altri “inquilini” della Terra.