Il cibo non è solo un ponte tra i popoli, ma anche un ponte tra le religioni. L’ha affermato l’evento di Expo, che ha messo il primo settembre alle 12 a Expo centre intorno allo stesso tavolo e allo stesso pasto 11 rappresentanti di diverse religioni: Svamini Hamsananda Ghiri (vice presidente dell’Unione induista italiana Sanatana Dharma), Elia Richetti (rabbino nella Comunità ebraica di Milano), Carlo Tetsugen Serra (abate del monastero zen “Il cerchio”), Paljin Tulku Rinpoche (lama del centro studi tibetani “Mandala”), Dorothée Mack, (pastora della Chiesa evangelica metodista), Luca Bressan (vicario episcopale della Diocesi di Milano – Chiesa cattolica), Traian Valdman (archimandrita della Chiesa ortodossa romena), Giuseppe Platone (pastore della Chiesa evangelica valdese), Piergiorgio Acquaviva (presidente del consiglio delle Chiese cristiane di Milano), Yahya Pallavicini (vice presidente della Coreis – Comunità religiosa islamica) e Mahmoud Asfa (presidente della Casa della cultura musulmana di Milano).

Svamini Hamsananda Ghiri (vice presidente dell’Unione induista italiana Sanatana Dharma) e il rabbino Elia Richetti della comunità ebraica di Milano gustano il riso universale di Pietro Leemann
Gli ospiti si sono confrontato sui temi della produzione e del consumo di cibo nel Pianeta. Tutte le religioni danno un gran valore al cibo, fonte della nostra esistenza su questo pianeta e nel contempo anche fonte di spiritualità. Nella nostra vita quotidiana il cibo è troppo spesso un fatto scontato, un accessorio della nostra vita sociale, un elemento consolatorio della nostra esistenza. Del suo reale valore abbiamo perso la dimensione anche perché nella società del benessere è facilmente accessibile e non facciamo alcuna fatica per produrlo. Da qui la necessità di riflettere sul valore di ciò che mangiamo e recuperare anche riti antichi come la benedizione del cibo, che ogni rappresentante delle religioni ha svolto secondo le proprie regole. Per i non credenti è stata letta anche una benedizione laica. Benedire il cibo prima di mangiarlo è sempre stato un modo per esprimere rispetto e riconoscenza per ciò che abbiamo nel piatto. Al termine del rito è stato distribuito a oltre 400 persone un piatto speciale vegetariano e d’autore preparato da Pietro Leemann, chef ambassador di Expo e presidente di The Vegetarian Chance. I suoi piatti al Joia da sempre richiamano negli ingredienti e nei nomi il nostro rapporto con la terra, l’ambiente e la spiritualità. Per questo evento Leemann ha elaborato una ricetta con ingredienti rappresentativi di tutto il mondo: riso basmati (India) con pistilli di zafferano (Marocco), verze (Nord Europa) con una salsa di peperone delicatamente piccante (Sud America), olio extravergine d’oliva (Italia), sale (Svizzera).