The Vegetarian Chance

So I am living without fats, without meat, without fish, but am feeling quite well this way. It always seems to me that man was not born to be a carnivore."(Albert Einstein) August 3, 1953

Caldo e smog fotochimico: cosa non sappiamo. Lo spiega Carlo Modonesi

3 commenti

Il caldo eccessivo di questi giorni ci dà fastidio, anche molto. Ma chi sta in città ha l’impressione in fondo di poterci convivere: aria condizionata, ventilatori, tante docce, bevande ghiacciate, gelati, insalate, un salto in piscina. Quasi quasi ci piace……..! Soprattutto se nel fine settimana riusciamo magari a scappare al mare o in montagna. In realtà i danni che provoca questo clima inusuale per le nostre latitudini sono molto più gravi di quanto sappiamo o vogliamo sapere. Esiste prima di tutto un problema di carenza d’acqua per l’agricoltura e per noi stessi e poi c’è l’inquinamento atmosferico, del quale parliamo solo d’inverno, ma che invece è grave anche d’estate. Ce lo spiega Carlo Modonesi, Professore di Ecologia umana all’Università degli Studi di Parma, Membro del Gruppo Pesticidi dei Medici per l’Ambiente (ISDE). Modonesi è uno dei ricercatori intervistati nel libro Veg per scelta  (Eschenazi-Leemann Giunti Editore 2017) e nel 2016 è stato membro della giuria nel concorso The Vegetarian Chance. Con questo suo scritto lancia un allarme e ci invita tutti a essere più consapevoli, non solo nel mangiare, ma anche nel respirare.

Carlo Modonesi

Non ne parla nessuno, ma in queste belle giornate di sole e di caldo (talora troppo e…. afoso) sta salendo l’inquinamento cosiddetto “da smog fotochimico”.Si tratta in pratica dell’incremento di inquinanti che vengono definiti “secondari” perché sono il risultato delle reazioni chimico-fisiche dovute

1) all’interazione tra gli inquinanti primari (quelli emessi direttamente da fonti antropiche come automobili, impianti energetici, camini industriali, ecc.) e

2) all’interazione tra questi inquinanti e le caratteristiche dell’atmosfera a bassa quota. La relazione forte comunque è quella tra l’ozono e i suoi precursori, ossia gli ossidi di azoto (NOx = NO + NO2). (NB: l’ozono è la molecola triatomica dell’ossigeno (O3), che nell’alta atmosfera, detta anche STRATOSFERA, è di fondamentale importanza biologica perché filtra buona parte della radiazione solare che ha effetti mutageni e cancerogeni, mentre nella bassa atmosfera, detta anche TROPOSFERA, è nociva per molte piante e per la stragrande maggioranza degli animali, esseri umani inclusi). Non bisogna dimenticare, inoltre, che nel processo di formazione dell’ozono entrano in gioco anche le sostanze chimiche volatili (dette VOC, Volatile Organic Compounds). Poiché l’ozono si forma molto rapidamente in presenza di alte temperature (il caldo di questi giorni) e di luce (le giornate sono molto più luminose di soltanto un mese fa, per via della posizione del sole), le città che normalmente soffrono di condizioni atmosferiche e climatiche un po’ “spinte” (come Milano) tendono ad avere concentrazioni di ozono molto elevate.

Gli effetti acuti sulla popolazione generale dovuti alla presenza intensa e prolungata di ozono atmosferico sono:
– riduzione della funzione polmonare e difficoltà respiratoria
– infiammazione delle vie aeree
– tosse
– irritazioni dell’orofaringe
– affanno e astenia
– bruciore retrosternale
Inoltre, sono ormai consolidate le evidenze scientifiche che mostrano un aumento degli attacchi di asma, dei ricoveri ospedalieri, e della mortalità giornaliera, nonché un peggioramento delle condizioni di salute di soggetti già colpiti da malattie croniche Le indagini sperimentali (tossicologia) mostrano che le esposizioni di lungo termine ad alte concentrazioni di ozono esitano in alterazioni morfologiche permanenti delle mucose respiratorie (vie alte e basse), con sviluppo di fenomeni di iperplasia e di metaplasia cellulare negli epiteli.

Poco si sa degli effetti cronici sull’uomo, anche se un’associazione tra esposizione ricorrente all’ozono e deficit della funzionalità polmonare sembra ormai confermata.

Nei giorni in cui aumenta lo smog fotochimico, in altri paesi vengono applicate particolari misure di prevenzione per proteggere soprattutto i bambini e gli anziani…. ma a quanto pare la biologia della popolazione italiana è diversa, e non serve alcun tipo di intervento teso a salvaguardare la salute pubblica.

3 thoughts on “Caldo e smog fotochimico: cosa non sappiamo. Lo spiega Carlo Modonesi

  1. Grazie al prof.Modonesi e all’ISDE che stanno facendo un lavoro importantissimo : coniugare ambiente e malattia. Sarebbe importante poter collaborare con l’ISDE per cercare, per esempio, di rendere organica la ricerca che l’ISPRA sta conducendo sul glifosato e l’impatto del pesticida sulla salute dell’uomo e degli ecosistemi. E’infatti paradossale che, mentre i ricercatori ISPRA condannano senza appello l’utilizzo del glifosato “Effetti del Glifosate sulla qualita ambientale e gli organismi viventi Nota informativa di: Pietro Massimiliano Bianco, Valter Bellucci, Carlo Jacomini (Dip. Difesa della Natura, ISPRA) altri collaboratori”, il Servizio Fitosanitario Regione Lombardia nelle linee guida 2017:” Norme tecniche di difesa delle colture e diserbo delle infestanti per l’anno 2017″ ne consigli ampiamente l’utilizzo. Tutto questo ignorando il grave stato di contaminazione da pesticidi che l’Ispra ha documentato nel suo “Rapporto nazionale Pesticidi nelle acque edizione 2016”.

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  2. Prego la direzione di correggere il mio commento : ho scritto Modenesi al posto di Modonesi. Grazie

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